RISULTATI ALLENAMENTO PERSONALIZZATO DI 120 GIORNI

Salve a tutti, sono Alessandro Rondinara TOP COACH SBB, laureando in ”Scienze della nutrizione Umana indirizzo NUTRACEUTICA”, che opera su Roma e provincia.

Vi porto qui una mia esperienza con un cliente che ho seguito lo scorso anno per un periodo di tempo di 120 giorni all’incirca.

In sede di presentazione e’ stato sottoposto a una serie di domande. Il soggetto in questione riferisce di essere stato fortemente in sovrappeso quando era ragazzo, ha iniziato a fare varie diete prima da solo e poi con l’aiuto di altre figure/preparatori. Quando ha seguito lo stile alimentare a lui consigliato si è dimagrito, ma non è riuscito a seguirlo per molto. Prima mangiava quello che trovava a sazietà, aveva attacchi di fame, adesso non li ha più di tanto; solo quando torna dal lavoro la sera.

Il suo obiettivo è dimagrirsi e definirsi a livello muscolare. Il suo pallino fisso è la parte dei capezzoli e la parte pettorale in generale. Dall’esame del suo stile alimentare si comprende che segue un’alimentazione ipocalorica iperproteica, ipoglucidica. Oltre a fare questo stile alimentare inizialmente ha eseguito un allenamento combinato di sala pesi e corsa molto frequente: almeno 5 volte a settimana. Svolge un lavoro su turni. Riferisce di essere sempre stanco.

Da una rapida analisi di questi dati ci possiamo rendere conto che siamo in una situazione di rallentamento metabolico in quanto l’organismo essendo per molto tempo stato sottoposto a una dieta ipocalorica ipogludicidica iperproteica, ed inoltre associato ad un allenamento cardio continuo e frequente, si è trovato in una situazione di continuo compenso dei livelli bassi di glicemia con il sistema glucagone-insulina portando ad avere sbalzi, tanto è vero che Il ragazzo manifesta “attacchi di fame”.

La prima cosa da fare è riportare sicuramente i livelli di glucidi al “fabbisogno essenziale giornaliero”. Con questo presupposto, l’ho riportato in normocalorica alzando i livelli dei carbo e diminuendo le pro, diminuendo così lo stress e gli stimoli adrenergici a livello alimentare e a livello di allenamento diminuendo la frequenza, inizialmente curando la parte tecnica con uno stimolo neurale (proprio perché riferisce di essere sempre stanco).

Nei giorni di allenamento ho aumentato la quantità di carbo, ho mantenuto una quantità di pro fissa a 1.8 per kg di MM e i grassi al 20%; il resto calorie carboidrati. Le kilocalorie nei giorni off sono intorno alle 1800; nei giorni on all’incirca 400 in più.

Inoltre ho cercato (essendo un turnista e riferendo di avere fame dopo il lavoro) di fargli pasti più piccoli (per dare una calma glicemica) cosi da non arrivare affamato la sera. Il tutto con una scelta di alimenti che possa sostenere e ribilanciare il suo metabolismo.

Può essere consigliata in questo caso una integrazione con magnesio, ashwaganda e in generale adattogeni come coadiuvanti per abbassare i livelli di stress (e di conseguenza i livelli di cortisolo plasmatico) prima di andare a dormire per conciliare il sonno e fornire un riposo quanto meno “ristoratore”. Questo tipo di integrazione comunque deve essere distribuita sul medio-lungo periodo per beneficiare degli effetti.

Concludendo:

  • ABBASSARE I LIVELLI DI STRESS
  • RIEQUILIBRARE L’ALIMENTAZIONE A FAVORE DEI CARBOIDRATI
  • UTILIZZARE ALIMENTI E INTEGRAZIONE CHE POSSONO ESSERE DI SUPPORTO IN QUESTO RIPRISTINO METABOLICO
  • DIMINUIRE LA FREQUENZA DELL’ALLENAMENTO E FOCUS SU UNO STIMOLO NEURALE
  • NON DIMENTICHIAMOCI DELL’IMPORTANZA DEL SONNO SIA IN TERMINI DI QUALITA’ CHE DI TEMPO.

 

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